In un panorama tecnologico ormai saturo come quello degli smartphone, in cui non è più necessario un hardware (e un prezzo) estremo per avere un prodotto completo, ciò che può davvero fare la differenza è il software. Questa analisi metterà in risalto somiglianze e differenze tra 3 delle interfacce utente di maggior successo degli ultimi anni. Filosofie differenti per rivestire la stessa sostanza: sotto al cofano c’è sempre Android (che spesso, però, si vergogna di mostrarsi). E un ospite a sorpresa.
Per il confronto usiamo la EUI 5.8 di LeEco, la MIUI 8 di Xiaomi, la EMUI 4.1 di Huawei e iOs 9 di Apple (più utile al nostro confronto del nuovo iOs 10, che cambia le carte in tavola).
Home screen
Sebbene negli ultimi anni si siano parzialmente differenziate, le interfacce grafiche degli smartphone orientali hanno sempre avuto degli evidenti punti in comune, tra loro e con la controparte di casa Apple.
A partire dall’assenza di un drawer delle applicazioni.
A differenziarsi in questo frangente è la più recente interfaccia di LeEco, grazie ad uno stile più “libero” (manca infatti la coerenza grafica tipica di iOs e della vicina MIUI di Xiaomi, soprattutto nelle icone) e per certi versi più vicino a ciò che Google ha voluto proporre da sempre per Android; e inoltre l’ormai celebre (e per noi inutile, nda) tasto centrale “live” che permette uno streaming illimitato di serie tv e film dall’ecosistema in espansione che è LeEco. In cinese. Punto a (s)favore?
Dialer
In tal caso non ci sono visibili ispirazioni tra brand; escludendo il classico tastierino dei dispositivi Apple (che omettiamo), l’unica visibile influenza è quella del Material Design sulla nuova MIUI, che troviamo finalmente implementata in diverse sezioni del sistema.
Fotocamera
È inutile nascondere che dall’uscita di iOs 7, l’iconica applicazione della fotocamera di Apple è stata ripresa e copiata pressoché da ogni produttore (cito Nubia e Oppo tra gli altri). Qui c’è poco da aggiungere.
Orologio/Sveglie
Un altro frangente per cui non si può che sottolineare la palese ispirazione della EUI ad iOs: colori e funzioni non lasciano dubbi. E di certo chi migra da un sistema all’altro non può che sentirsi a casa.
Per la MIUI ricompare il Material Design, in una consolidata ed ottima implementazione. Cosa che non si può dire per l’interfaccia di Huawei/Honor: si è sempre circondati da un senso di “vorrei ma non posso” generale, forse per l’interfaccia non del tutto coerente con se stessa, forse per uno sfumato diffuso che forse risulta leggermente anacronistico in un panorama grafico sempre più flat (in entrambi i sensi: piatto per dimensioni e tinta unita per colori). Non fraintendetemi: le trasparenze non sono passate di moda.
Multitasking/Notifiche/Toggles
Da un lato Google ha eliminato dall’AOSP pressoché ogni traccia di trasparenza (il Material Design è l’incarnazione della concretezza, di più piani percepibili in una sola dimensione); dall’altro Apple (e finti inconsapevoli adepti, nda) rimane invaghita dell’effetto vetro.
Lampante esempio nei quick toggles: un ibrido molto ben riuscito e palesemente ispirato ad iOs per la EUI di LeEco; un gradevole miglioramento di quello che si può considerare un “prestito” da Samsung per quanto riguarda la MIUI, ed il solito (indeciso) e poco originale tentativo della EMUI. MIUI 6, sei tu?
Ultima considerazione sul multitasking, che (EUI a parte, che lo integra nella schermata dei toggles) ha delle palesi somiglianze tra le altre interfacce Android, a loro volta chiaramente ispirate ad iOs 7.
Temi
Da tempo immemore Android ha visto gradualmente implementare nelle sue diverse incarnazioni diverse modalità di personalizzazione: dai semplici launcher ai più completi temi (di cui ormai i più famosi sono i Layers di Sony e il Theme engine di Cyanogenmod). La MIUI è stata, però, una delle prime UI a permettere personalizzazioni così estreme, ancor prima di consolidarsi nella startup che è (ancora per poco) Xiaomi. In ognuna delle interfacce Android analizzate il gestore dei temi ha dei punti in comune (tra i tanti, anche la presenza di temi a pagamento. Sulla EUI precisiamo che non saranno disponibili in caso si monti una custom rom).
Registratore audio
Il design di questa applicazione è il più delle volte un esercizio di stile nei diversi sistemi operativi. Se per Sony è un reale strumento di utilità (per dispositivi spesso incentrati sulla multimedialità, e sull’audio in primis), e dunque è più funzionale che gradevole agli occhi, per altri produttori è invece meno importante. Non in quanto strumento (per le emergenze è sempre utile) ma piuttosto per la qualità: non aspettatevi microfoni eccelsi su dispositivi di questo tipo.
Calcolatrice
In tal caso ci sentiamo di esprimere un giudizio: le ottime calcolatrici dei diversi produttori non possono competere con la completissima applicazione della nuova MIUI 8 di Xiaomi. Oltre alle classiche funzioni standard/scientifica presenta una serie di strumenti utili di conversione e di calcolo matematico (è vero, il design sembra più un estratto dal meno conosciuto Smartisan OS dell’omonima azienda, ma è forse un problema?).
Browser
Ancora una volta Apple risulta fonte di ispirazione: Safari (già dai tempi di iOs 7) si ritrova modello per il design di altri browser; un esempio è quello di LeEco. Di gradevole interfaccia grafica e di non meno gradevole usabilità.
Altri strumenti: impostazioni, bussola, musica, calendario, gestione dispositivo
Come si evince dagli screenshot, molte funzionalità simili sono attivabili nei dispositivi dei diversi brand (un esempio tra i tanti, visualizzare la velocità della connessione in uso sulla barra di stato). Vi sono certamente diversi pro e contro in ognuna di queste interfacce. Ci sentiamo di stilare una personalissima classifica in base a diversi aspetti.
Certamente per gli amanti dell’ecosistema Apple non c’è dubbio: l’onnipresente coerenza grafica di iOs e la sua invidiabile stabilità lo fa preferire ai molti rispetto ad un dispositivo con OS Android. Di contro la pressoché nulla personalizzazione e le limitazioni presenti al suo interno possono essere dei deterrenti per un altro tipo d’utenza.
Quel che è certo è che l’esperienza d’uso non è stravolta tra le interfacce analizzate: un utente Apple che decida di cambiare (o viceversa) non si troverà spaesato.
Delle tre UI orientali, la più completa e funzionale è certamente la MIUI: con l’ultima release software è risolto il divario con le direttive del Material Design di Google ed è stato riorganizzato il sistema per renderlo più immediato all’utente. Motivo principale per cui preferirla alla EMUI di Huawei/Honor: sebbene per molteplici aspetti ci si trovi davanti ad una copia quasi spudorata delle vecchie versioni della MIUI, è il disordine tra le infinite funzioni disponibili a renderla meno appetibile. Oltre al design che ha un che di indeciso (e non troppo al passo con i tempi). Un punto a favore per l’ottimizzazione eccellente, però.
Menzione a parte per la EUI: l’ultima arrivata, da un’azienda che si è ritagliata un’importante fetta di mercato in pochissimo tempo. Ha dei pregevoli elementi di design, ma pecca in altri: un bellissimo sistema di quick toggles e multitasking, ma un font ancora da rivedere e un’aderenza solo parziale al Material Design; forse era preferibile non provarci affatto, piuttosto che implementarlo solo per alcune applicazioni di sistema. Nel complesso un ibrido (quasi) riuscito di chiara ispirazione Apple. Ma non per il nostro mercato, a meno che non si ricorra alla community (che di certo non è ancora all’altezza di quella di Xiaomi): solo Huawei, infatti, vende ufficialmente oltre Cina ed India. Vale la pena comprare d’importazione? La scelta è vostra (ma il consiglio è sì).